Carae rosae, respirate RV 624

Casa Ricordi Milano in collaborazione con la Fondazione Giorgio Cini, Venezia (Istituto Antonio Vivaldi) Edizione critica a cura di Michael Talbot Carae rosae, respirate, per soprano, archi e basso continuo, è l’unico mottetto vivaldiano conservato fuori dei confini italiani.

L’opera è infatti attestata in due raccolte manoscritte custodite a Londra: un set di parti staccate appartenenti al Royal College of Music e una partitura di proprietà della British Library. La struttura del mottetto, assai convenzionale, prevede due arie che incorniciano un breve recitativo e si concludono con un brillante Alleluia. L’incompletezza delle fonti che lo tramandano (la seconda dellequali fu evidentemente copiata dalla prima) ha un carattere piuttosto insolito. Nel suo assetto attuale, la partitura prevede, infatti, una parte vocale, un basso strumentale e una parte di violino primo.

È tuttavia evidente che, in origine, essa doveva necessariamente comprendere almeno una parte di mezzo (probabilmente due, conformemente agli altri mottetti di Vivaldi sopravvissuti), poiché nei numerosi frangenti in cui la parte di basso è in pausa, quella del violino primo prosegue come una linea ‘sopranile’, senza assumere la funzione di un basso armonico.

La ricostruzione della partitura ha comportato l’aggiunta di una parte mediana per il violino secondo e di una per la viola, predisposte dal curatore, che si è giovato dei numerosi passi concordanti presenti in altre opere vivaldiane. Le parti staccate a corredo dell’edizione comprendono una realizzazione del basso continuo a opera del curatore.