Niccolò Paganini – Spartiti

“La grandezza di questo genio, ineguagliabile, insuperabile, preclude persino l’idea di un successore. Nessuno potrà seguire le sue orme; nessun nome potrà eguagliare la sua gloria”. Franz Liszt

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Niccolò Paganini, un uomo, una leggenda

Moltissime leggende, racconti e dicerie attorniano la figura di Niccolò Paganini. Ciò è dovuto in parte allo strumento, il violino, che godeva all’epoca della reputazione di strumento quasi “diabolico”, ma anche al suo aspetto esteriore: le mani dalle dita lunghissime, la spalla sinistra più alta dell’altra, una carnagione quasi funerea e i lunghi capelli neri. A creare questa reputazione mitica si aggiungono le capacità strabilianti che aveva nel suonare il violino, quasi come se catturasse l’anima – l’attenzione – degli ascoltatori. Era dotato infatti di grandi capacità di memorizzazione, tanto che non suonava mai con lo spartito davanti, spiccata sensibilità uditiva e si dice anche che potesse suonare fino a 12 note al secondo o che la sua mano sinistra riuscisse a coprire tre ottave.

Paganini compositore

Quasi seguendo il motto “Paganini non ripete”, dovuto al fatto che non eseguiva mai due volte la cadenza di un concerto in pubblico per paura che qualcuno gliela copiasse, il Re del violino pubblicò poche sue composizioni, ci pensò poi il figlio Achille a numerarle e farne stampare alcune, come l’op. 6, il concerto n. 1 per violino e orchestra in re maggiore, l’op. 7, il concerto “La campanella” e l’op. 11, il “Moto perpetuo”. I “24 Capricci” sono considerati invece il suo capolavoro perché in queste composizioni altamente virtuosistiche aggiunge nuove tecniche al panorama violinistico costituendo una svolta nella storia della musica: note doppie, triple, ribattute, pizzicati con la mano sinistra e altri effetti. Molte sue opere sono ancora inedite, mentre da menzionare sono anche i 6 concerti per violino e orchestra, i quartetti per viola, violino, chitarra e violoncello, le 12 sonate per violino e chitarra e molte altre composizioni per chitarra.

Genio acclamato

“Se non studio per un giorno me ne accorgo solo io, se non studio per due giorni se ne accorgono tutti”. Sicuramente tutti si accorsero del suo talento, non solo il pubblico di tutto il mondo, ma anche molti compositori. Chopin apprezzava la perfezione delle sue esecuzioni, Schubert dopo un suo concerto a Vienna disse “Ho sentito cantare un angelo” e Liszt rimase ammaliato dalle sue composizioni facendone numerose trascrizioni per pianoforte. Famosa è anche la frase di Rossini: “Ho pianto tre volte nella mia vita: quando mi fischiarono la prima opera, quando sentii suonare Paganini e quando mi cadde in acqua, durante una gita in barca, un tacchino farcito ai tartufi”.

Interessante è anche il legame con la sua città natale, Genova, dove ha voluto che fosse conservato il suo Guarnieri del Gesù e dove si svolge annualmente il prestigioso Premio Paganini, che dà al vincitore la possibilità di suonare questo meraviglioso strumento.

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