Deux Cantabiles (dalle Sonate per Violino op. 12/1 & op. 12/3)

Le composizioni per arpa di de Marin sono diverse da tutto il repertorio a lui coevo. Dal punto di vista compositivo, nella sua musica si trova una peculiare sintesi di elementi stilistici di diverse provenienze: la lezione dei grandi compositori barocchi si può riconoscere facilmente nella condotta polifonica dei movimenti lenti, mentre nell’uso dell’ornamentazione fa capolino lo stile della musica tastieristica francese della prima metà del 700.

Non manca il sentore dello “stile sensibile” caratteristico della musica per arpa di Meyer e Krumpholtz, con frequenti incursioni nei modi minori e una certa indeterminatezza formale, ma allo stesso tempo lo sguardo del compositore si rivolge in avanti, verso le conquiste beethoveniane.

Tutti questi elementi si traducono in un linguaggio arpistico che ai contemporanei apparve rivoluzionario e che ancora oggi non manca di stupire. In particolare, l’uso degli effetti sonori peculiari dell’arpa assume un ruolo caratteristico: suoni armonici, suoni smorzati e glissati di pedale, ai quali si aggiunge l’uso dell’ottavo pedale, di rénforcement (scomparso nelle arpe moderne), vengono integrati nella scrittura ed entrano a far parte del tessuto compositivo a tutti gli effetti, secondo una concezione che si ritroverà successivamente solo nella musica per arpa del Novecento.

La sua conoscenza della produzione beethoveniana è testimoniata proprio da questi due adattamenti degli Adagi delle Sonate per violino e pianoforte op. 12, n. 2 e 3, pubblicate da de Marin poco dopo la prima stampa degli originali.